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L'autrice canta una storia di relazioni, eterne ed aleatorie, tra due aree ontologiche del reale: natura e umanità. Filo conduttore della raccolta poetica è il raccontare i "margini" del mondo, dell'esistenza umana, idonei a condannare uomini e donne, nel loro comune destino di dolore, ad una condizione di liminalità jaspersiana.